La più "BELLA"del mondo per R. Benigni




L'espressine della non verità

20 Dicembre 2012  (inviata)
“La Costituzione Italiana”. La più bella del mondo per Roberto Benigni
Sig. Benigni,
credo abbia fatto molto più fatica a presentarci la divina commedia, che tutti noi conosciamo dall’esperienza scolastica anche per la difficile lettura e quindi un suo impegno molto apprezzato  dal pubblico, che parlare della Costituzione Italiana.
Quest’ultima è conosciuta dalla maggiore parte di noi per alcuni dei suoi principi fondamentali che nessuno può mettere in discussione, facili da comprendere, come ha detto anche Lei, persino per un bambino. Costituzione, scritta da quel gruppo di parlamentari di alto livello che, pur di culture diverse hanno saputo realizzare e far sì che entrasse in vigore nel 1946.

Io credo però, senza mettere in dubbio le loro capacità, che quei parlamentari di allora siano stati  traditi dalla loro stessa onestà e da quel periodo storico in cui i contratti bastava venissero conclusi  con una stretta di mano perché venissero in seguito rispettati.
Cosi non hanno pensato di aggiungere a ogni articolo della costituzione quelle regole, oggi necessarie e indispensabili, per salvaguardare tali principi.

I parlamentari di oggi, per buona parte gli stessi di allora un po’ invecchiati, non avendo più i problemi del dopo guerra, con scarsa capacità e privi di quel minimo di onestà che gli italiani meritano, hanno previsto di comune accordo alcune norme a loro favore, fregandosene dei principi della carta costituzionale e togliendo così alla maggiore parte del popolo italiano quella sovranità che l’articolo uno della costituzione afferma.
Se così non fosse Lei,  Sig. Benigni,  avrebbe dovuto spiegarci per quale motivo, se la nostra costituzione è la più bella del mondo, da quarant’anni a questa parte le cose sono sempre peggiorate sino ad arrivare alla situazione che tutti conosciamo.

Io credo invece, che la costituzione andasse  gradualmente aggiornata e modernizzata al fine di adeguarla ai tempi nostri, caratterizzati da ritmi ben diversi e sempre più frenetici.
Faccio qualche esempio:
>> Art. 3
La legge è uguale per tutti: una persona si fa vent’anni di carcere per poi essere rilasciata perché innocente, per chi l’ha giudicata nessuna condanna.
>> Art. 69-84
I membri del Parlamento e il Presidente della Repubblica ricevono un’indennità stabilita dalla legge, che lievita automaticamente tutti gli anni sino a raggiungere stipendi vertiginosi e ingiustificabili per un paese dove è dichiarata da loro stessi la povertà. La costituzione dovrebbe prevedere un tetto massimo e in base al lavoro svolto.
>> Art. 36
Il lavoratore ha diritto a una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a se e alla famiglia un’esistenza libera e dignitosa. Non essendo noi parlamentari ci troviamo con pensioni da 500 euro, stipendi da 800-1000 euro al mese, molto al disotto di quello che la costituzione dovrebbe garantire.
>>
Tutti possono essere intercettati: al Presidente del Repubblica, che dovrebbe essere la persona più trasparente perché rappresentante del popolo, la costituzione gli permette di distruggerle.
>> Art. 5
L’Italia è indivisibile: certo, molto più facile dividere gli italiani, tra pubblico e privato con disuguaglianze enormi a tutti i livelli. I cittadini non sono tutti uguali! Non dovrebbero avere gli stessi trattamenti!

Perciò mi aspettavo da Lei, come credo la maggior parte degli italiani, che oltre ad evidenziare giustamente i valori fondamentali, parlasse anche di queste ingiustizie, cioè ponesse anche l’accento sulla parte negativa che essa presenta. Questa parte, se eliminata, aprirebbe la porta a quel cambiamento necessario per ridare un po’  di fiducia a tutti sul futuro, per affrontare e cercare di risolvere i molteplici problemi del paese.
Sig.  Benigni! Lo sa benissimo anche lei che la nostra costituzione non è la più bella del mondo e nessun altro paese ce la invidia, se non i loro parlamentari, perché prendono molto meno dei nostri.
Certo non poteva fare diversamente, altrimenti non sarebbe stato accolto al Quirinale dal Presidente della Repubblica e forse Le sarebbe saltata anche la trasmissione e avrebbe dovuto rinunciare ai tanti soldi che Le hanno dato per poco più di un’ora. A proposito … Lo sa che un lavoratore medio non riesce a guadagnare quella cifra neppure nei suoi quarant’anni lavorativi?
Sig. Benigni! Lei sa che quella sovranità, di cui parla il primo articolo della costituzione, non appartiene a tutto il popolo perché non avrebbe mai permesso quanto sopra descritto. La cosa più grave è che non abbiamo nessuna possibilità di  impedirlo neppure per il futuro,  anche se spero di sbagliarmi.

Non pretendo che mi dia ragione, ma spero trovi il tempo per rispondermi grazie.
Gilberto Renzi

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