G. Napolitano! Altra assurdità


Il P.D.R - G. Napolitano  a Forlì per la ricorrenza dei 150 anni dell’unità d’Italia

Inviata il  5 settembre 2013
Al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano
Sig. Presidente, in circostanze diverse, le ho già scritto altre volte senza mai ricevere una sua risposta e di certo non pretendo di averla in quest’occasione.
L’ultima volta, è stato quando la nostra classe politica ha dimostrato con i suoi limiti, persino di essere incapace di nominare un nuovo Presidente pregandola perciò di continuare a farlo lei.
E’ stato proprio in quell’occasione che in piena crisi, sentendo che i magistrati si erano concessi l’aumento di stipendio, le ho espresso il mio rammarico per aver perso nei suoi confronti quella stima e fiducia che avevo all’inizio del suo primo mandato. Lo ripeto ancor di più oggi.
Poiché il suo mandato era finito e solo per una strana e anomala fatalità le era stato chiesto di continuare. Poteva evitare di nominare gli ultimi quattro senatori a vita, per di più alcuni molto giovani e tutti dalla sua parte politica, di sinistra. Gesto imparziale visto l’importanza di quei voti alla camera, dimostrando così nel suo settennale, di essere stato molto abile a farlo sembrare ma di non essere il Presidente di tutti.
Senza togliere naturalmente i meriti e la professionalità di queste persone, credo che per il loro lavoro cosi importante e impegnativo, a livello economico gli fosse già stato riconosciuto. Ritengo pertanto che da parte delle istituzioni fosse sufficiente un riconoscimento simbolico.
Proprio per questo spero sia abolito quell’articolo della nostra Costituzione per evitare che i prossimi Presidenti continuino a farne degli altri, mettendo così quelle cifre esorbitanti risparmiate, a disposizione di quelle persone che nella vita sono state meno fortunate.
Sig. Presidente, credo anche si debba un po’ nascondere da tutte quelle persone che nelle varie città visitate nella ricorrenza dei 150 anni dell’unità d’Italia, le hanno stretto la mano dicendole bravo per l’impegno preso nei loro confronti,  battendosi per un’Italia più giusta. Impegno che con quest’ultimo gesto non mi sembra avere mantenuto.
Distinti saluti
Gilberto Renzi

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